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4^ Biennale d'Arte Contemporanea di Salerno - 2021

Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno (Mark Twain)
Each of us is a moon: it has a dark side that never shows to anyone (Mark Twain)
​La Quarta edizione della Biennale è dedicata alla luna e al suo lato oscuro ... ogni artista è un po' come la luna

Un anno fa eravamo pronti per partire con l’entusiasmo di sempre, l’inaugurazione della Quarta Edizione era stata addirittura anticipata al mese di aprile 2020, quando sopraggiunse nelle nostre vite la dichiarazione di pandemia e la Biennale slittò nel tempo, a causa dell’emergenza sanitaria.
Le date di inizio furono spostate più volte, nella speranza di un avvio dei lavori, che sembrava imminente, ma che purtroppo non si è rivelato tale.
E così siamo arrivati all’autunno 2021, con l’annuncio della nuova data fissata per l’inaugurazione: il 6 novembre. Grazie alla campagna vaccinale ed ai tanti sacrifici vissuti, speriamo finalmente di uscire da questo tunnel di attese deluse.
Difficile da accettare e da colmare anche la contemporanea perdita del Prof. Angelo Calabrese, mentre Luis Vicente Gramet ha raccolto l’ingombrante eredità di un Presidente di Giuria di lungo corso, che definire immenso è poco. Ci onoreremo di rinnovare la sua memoria con un Premio a lui intitolato.
E’ ancora complicato oggi pensare alla vicinanza fisica, è triste immaginare di non poter accogliere con il calore di sempre la stessa fiumana di artisti e visitatori, che ci ha accompagnato fin dall’inizio, dovendoci adeguare alle nuove modalità, come la rarefazione del pubblico, lo scaglionamento delle visite, lo spaziamento dei visitatori, ma l’urgenza di vivere ci ha spinti a guardare avanti, a progettare, ad insistere, immaginando un futuro che si nutrirà anche di un momento storico terribile, un disastro che abbiamo vissuto tutti, tra paure, drammi individuali e collettivi ed il baratro della crisi economica.
Con modalità mai ipotizzate nel passato, in tempi di piena pandemia e lockdown, la tecnologia ci è venuta incontro, con un’inedita fruibilità in digitale, raccontando arte e bellezza attraverso nuove forme, spostandoci, così, dal reale all’immaginario.
Avremmo potuto rassegnarci ad una Biennale on line, ma abbiamo ritenuto di dover attendere e sperare di poter essere ancora presenti sul campo, resistendo al lungo isolamento e mantenendo aperto lo spiraglio di un possibile “dialogo”, fatto di ascolti, incontri, scambi, viaggi, per tornare a vivere le emozioni della condivisione dell’arte.
Per chi non avrà ancora la possibilità di esserci, abbiamo progettato l’allestimento di uno spazio di opere in video, fruibili dai visitatori attraverso dei monitor.
Al termine di un’overdose di immagini virtuali, finalmente ospiteremo fisicamente, dunque, opere ed artisti provenienti da tutto il mondo, chiamati anche alla sfida di sfruttare la comprensibile voglia delle persone di riconquistare il piano del reale, insostituibile per la socializzazione, la condivisione e l’incontro, per un “viaggio” al tempo stesso tangibile, mentale ed emotivo, tra immagini, immaginario, immaginazione e sperimentazione.
Mai come in questo momento, possiamo affermare che l’arte ci ha salvati, ora più che mai, in un’epoca di notizie virtuali e di fake news, stringendo un patto di fiducia e di verità condivise tra il visitatore e il suo evento, tra l’artista e la sua opera, che non potranno essere traditi, a partire dalla messa in scena di un allestimento, che dovrà necessariamente essere coerente al servizio dei contenuti e della poetica delle emozioni.
La grande sfida sarà, in definitiva, quella di riportare il visitatore “all’interno” del Palazzo: nel vivo, nel cuore pulsante delle sue complesse dinamiche, tra contenuto, contenitore, pubblico, scenografie, opere, patrimonio, storia, immagini, ricordi, incontri.
Abbiamo, dunque, pazientemente aspettato che fosse il tempo giusto per una Biennale “assolutamente ed inevitabilmente in presenza”, una Biennale di uno e di tutti, di appropriazione e di condivisione, del reale e dell’immaginario: un luogo unico, insostituibile, non riproducibile altrove o in altri modi, un luogo di verità e d’identità, un luogo di complessità e di conoscenza, insomma, un luogo di emozioni.

direzione artistica: Giuseppe Gorga e Olga Marciano

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